12 marzo 2012

Avviare il lavoro

Inizio il primo post proprio dopo aver partecipato ad un incontro con altri appassionati di maglia e uncinetto: tutti insieme a far pezze e fiori per L'Aquila. Chi è nel tunnel dello sferruzzamento da un po', sa che  mi riferisco a Mettiamoci una pezza!, una bella iniziativa per non lasciare soli gli aquilani dopo il terremoto di tre anni fa...

Ho ripreso l'uncinetto dopo tanto tempo: avevo imparato durante i primi anni di università, incuriosita dal vedere mia madre sulla poltrona di casa, la sera, mentre creava coperte con un'espressione concentrata e buffa. Ho scoperto qualcosa che ha come l'effetto di una droga: anche se sono fuori casa, con amici o al lavoro, penso continuamente a quando tornerò e riprenderò il filo del lavoro.
Sono di natura poco precisa e frettolosa, il che è una pessima premessa per lavorare con l'uncinetto. Quindi, ho trovato la cura che ci voleva! Avviare un lavoro non è facile all'inizio, anche tenere in mano il filo e l'uncinetto nell'altra sembra impossibile, ma poi trovi il modo giusto per tirarlo tra le dita, quel tanto che basta per trovarsi comodi e costruire una catenella sull'altra. Così ho ripreso, disordinatamente - ma neanche troppo - ho chiuso gomitoli, lane, uncinetti e ferri in una scatola; ho cercato su Google schemi, idee, blogger bravissime. Ho iniziato diversi lavori: uno scialle, uno scaldacollo, un sottobicchiere tondo, amigurumi.

La mia gatta si è dimostrata subito felicissima di vedermi all'opera tra gomitoli e uncinetti. I piccoli pupazzetti che ho realizzato appena è tornato l'impeto creativo sono le sue vittime preferite...
Un giorno, al ritorno dal lavoro, ho notato che Papero era scomparso dalla scrivania dove lo avevo lasciato. Non era difficile capire chi fosse stato l'artefice del rapimento... Birba!


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