7 ottobre 2012

Progetto riuso

È da un po' di tempo che mi guardo intorno scrutando gli oggetti più prosaici pensando: posso realizzarci qualcosa a crochet?
 Uno dei miei blog preferiti mi ha aperto il mondo della fettuccia di cotone fai-da-te, che ho realizzato (con qualche differenza rispetto alle spiegazioni del blog, che utilizza magliette) quando ho dismesso il mio vecchio coprimaterasso un po' andato. Piega, taglia e ricicla et voilà un bel gomitolotto di cotone rosa. "Ci faccio un tappetino" ho pensato. E vai: catenella e lavorazione ovale con aumenti graduali alle estremità. Con l'aggiunta di altri scampoli di colore diverso, ecco il risultato




Come? Non si vede bene?


Poi ho terminato con un giro giallo. Birba è felice con il suo tappetino...



Questo qualche mese fa, quando dormivamo con la finestra aperta e l'antizanzare sotto il cuscino. Adesso si va al supermercato con un giacchino e magari un foulard, per quel venticello che ti raschia la gola. E l'unica consolazione che hai è che Natale è vicino.
L'equazione SUPERMERCATO + NATALE + CROCHET si risolve con le BUSTE BIODEGRADABILI. Se, infatti, per portare la spesa servono a poco - si squagliano sotto il peso dell'anticalcare e del tonno dolphin safe- tagliate a striscioline, guardate cosa si può fare...



Bellino no? L'eco-fiocco di neve, con cui già vedo formarsi un addobbo natalizio, per caso ha proprio i colori adatti. Io lo chiamo Fioccoop ;)

6 ottobre 2012

Bon Appétit!

Mi è capitato spesso di sentire dai miei amici che al mattino non fanno colazione.
Eeeeeeeehhhhhhh?!?!! Per me è inconcepibile, abituata com'ero da bambina - e finché il peso non è diventato un problema- a trangugiare l'amato zuppone di latte, caffè e biscotti, mattina e pomeriggio. "Non ho tempo" è la ragione più diffusa a questa mancanza, alla quale poi si ammette di rimediare con cappuccio e cornetto al bar. Mi è capitato di fare colazione fuori, di solito quando sono in vacanza, e ho sperimentato anche io la cosa, ma... non ho apprezzato. Niente intimità, nessun momento di raccoglimento, ma che è!

La scena invece è questa:  ancora nel tuo caldo pigiama, accompagnato dall'odore della polvere di caffè che hai appena messo nel filtro, accendi il gas, ti siedi e ti metti a sfogliare la tua rivista preferita, o accendi la radio. Quando il caffè ti dà il suo roco buongiorno, spegni, versi il nero liquido messicano o arabico nel latte dentro la tua tazzona coloratae via: marmellate, fette biscottate, biscotti o cornflakes (io). Ti riconcili con il mondo e soprattutto, ti riempi la pancia dopo almeno 10 ore di digiuno. Beati gli inappetenti...

Invece no, per tutti il risveglio è un trauma negativo che è meglio ignorare correndo via il prima possibile. Niente profumi, niente cucchiai tintinnanti e tovagliette all'americana, mug, ciotole o scodelle. Frollini all'uovo o quelli con solo lo 0,05% di grassi. Oh che mattina triste!
La mia formale protesta contro il grigiore delle mattine senza colazioni è questa:



Meglio no? A suon di maglie alte, con l'unica variazione di un singolo forellino su ogni riga, ho colorato una mattina. E visto che auguro a tutti di essere almeno in due:


Comunque prima di sedervi a tavola, c'è una piccola cosa che dovete fare: dire a voce stentorea BON APPéTIT! alla stessa maniera di Meryl Streep in Julie e Julia.



“Qual è secondo voi la frase d’amore più vera, quella che esprime al massimo il sentimento?”. Tutti dicevano grandi cose. Lei rispondeva: “No. La frase d’amore, l’unica, è: hai mangiato?”» (Elsa Morante)

13 settembre 2012

Borsa Granny: alla fine ho finito

Ci ho messo un po', è vero. Va bene, un bel po', ma qui non si è trattato soltanto di uncinetto.

Oltre a cercare una fodera convincente - risolvendo il tutto con uno strofinnaccio da cucina- ho dovuto cucire. Dico: CUCIRE! Non sono nata con l'ago in mano, affatto, quindi inserire una fodera nella borsa e cucirla con i lati ripiegati per formare tante dolci pieghe mi ha messa alla prova. Naturalmente ero indirizzata punto per punto dalla miapersonale guru del cucito, ma sempre io l'ho fatto!
Poi... ... i manici!  Ricordate? Il progetto prevedeva due cerchi fai-da-te, ma come-li-fai-da-te? Dal ferramenta ho preso del tubo trasparente, ok, ma da solo non bastava, perchè il peso della borsa li deformava allungandoli. Così ho passato la prima settimana di agosto pensando a cosa inserire nei tubi per dargli un'anima più resistente. Non avendo idea alcuna, ho frugato e messo in disordine il piano di lavoro della casa di campagna, pieno di cose tipo bulloni, martelli, chiodi, chiodini e... come si chiama?! Non so nemmeno come si chiama, ma era perfetto per entrare nei tubi e dargli consistenza. Un tubicino fino di plastica dura con una capocchia di metallo dorato in punta. Dicono che serve per cercare le tracce dei tubi nel muro. Mah. Però come parte interna dei miei manici tubosi era perfetto. Quindi vai dal ferramenta, cerca, trova, paga, esci, segna, taglia, infila, incolla. E i manici fai-da-te li-ho-fatti.

Così ho iniziato a uncinettare i coprimanici, ma non avendo lo stesso colore sufficiente per realizzarne due, li ho fatti di due colori diversi. Così se vi sentite più solari prendete la borsa in modo che si veda il manico giallo, mentre se siete più quiete e meditative, potete mostrare il lato lilla. Principi democratici handmade.

P.S.
Ho fatto una parte del lavoro seduta sul dondolo appeso al cedro dell'Atlante che abbiamo in giardino. Era agosto e le mie gambe erano coperte dalla borsa che, non so se è stato specificato, ma è di lana. D'accordo, misto lana... Volevo dire che avevo molto caldo.

16 luglio 2012

Borsa Granny, rimembri ancor?

Quanto tempo! Il mese di Maggio è stato bello pieno, tanto che ho deposto gli uncinetti per entrare nel mondo del giornalismo (ma questa è un'altra storia).
E Giugno? Ehm... va bene, lo ammetto, per riprendermi dallo stress da lavoro mi ci vuole un bel po'. Ma non ho mica dimmenticato i miei gomitoli, anche perchè sono tutti sul tavolo da lavoro (ho deciso di comprare un mobile per gli attrezzi del mestiere, ma anche questa è un'altra storia).
Insomma, il blog è stato un po' trascurato, ma non i miei lavori: ricordate la borsa Granny supercolorata presa dal blog di ElenaRegina? Era iniziata a Pasqua e - come diciamo noi romani- è lunga una Quaresima!
Ma inesorabilmente il lavoro procede, e non soltanto il corpo principale è terminato (un quadrato Old America 60x60), ma - udite udite - ho persino cucito la fodera interna!
La scelta della fodera. Avevo fatto un salto al negozio di stoffe che mi ha fatto conoscere mia madre, per farmi un'idea di quello che avevano. Sono uscita con un'idea precisa in mente: prendere una stoffa resistente a tinta unita per evitare la confusione cromatica che incombeva sul progetto. Poi è capitato che mi sono trovata in un noto centro commerciale romano, nel reparto cucina, davanti allo scaffale dei canovacci in offerta a meno di 1euro. Folgorazione: il canovaccio unisce la resistenza all'economicità. Inoltre la fantasia a fiori era perfetta, perchè non è eccessivamente confusionaria e i colori si accostavano perfettamente a quelli dei gomitoli che ho scelto per la parte esterna. Praticamente è la fodera che ha scelto me!









Con un piccolo aiuto di chi di cucito ne sa, ho cucito il canovaccio, d'ora in poi fodera, rovescio contro rovescio della borsa sotto i bordi, sovrapponendo la stoffa per seguire la forma esterna. Per essere la prima volta, personalmente sono soddisfatta.
Ora mi cimenterò nella realizzazione dei manici fai da te con i tubi presi dal ferramenta. Non vedo l'ora!

To be continued...

13 maggio 2012

L'anello mancante

Sono stata assente, un po' di incombenze da sbrigare (ho imparato che i forntori vanno spronati).
Ma mi frullavano comunque delle idee in testa e poi BAM!  Il mio solito innamoramento: l'ho visto dalla vetrina e ho ceduto subito. Lui è un cotone perlato rosa antico. Come potevo resistere al gomitolo...

                                                

Quindi ho lasciato la lana, che tante sofddisfazioni mi ha dato, e ho pensato ai colori che stanno sbocciando in giro per la primavera. L'avevate notato che i fiori sono quasi tutti lilla o rosa? Sono daltonica?
Ho sempre pensato che fosse un colore troppo scontato, forse a torto, ma dopo che una cara amica mi ha confessato che questo è la sua nuance preferita - non l'avrei mai detto, conoscendola - l'ho visto sotto una luce nuova.


                                   

Si però, rosa e basta... non saprei. Così giro lo sguardo indecisa, inizio o non inizio? E cosa sbuca dalla scatola dei fili? Uno scintillio argentato: due fili lamé che non chiedevano altro che essere usati.
Uncinetto 3, il più piccolo che ho accidenti. Va bene che l'extra large nei gioielli va di moda, ma un 2 o anche un 1,75 magari per i prossimi andranno meglio. Si fa in 10 minuti, a parte gli intoppi causati dal doppio filo che scorre a fatica.
È lavorato tutto in una volta, anello per il dito compreso. Poi si sa, un gioiello non è tale senza pietra. Fortunatamente conosco un negozio di perline e accessori per fare qualunque tipo di bijoux. Di nuovo il rosa!



Ho trovato l'idea su Raverly 


23 aprile 2012

Coprispalle: epilogo con frange

Finalmente metto il punto a questo lavoro: il coprispalle è terminato!

La vita a volte ti fa il solletico, ma altre ti prende a schiaffoni e in questo continuo reimpostare le cose anche un'attività che adori può diventare l'ennesimo pensiero in più. Magari preferiresti fare una passeggiata in quel poco verde che resta in città, oppure chiacchierare con gli amici davanti ad un piatto di ravioli ricotta e spinaci, o semplicemente restare in pigiama tutto il fine settimana senza "dover" fare qualcosa a tutti i costi.
E poi ritorni ai tuoi progetti.
Li affronti faccia a faccia...






Altre volte, invece, li prendi alle spalle...


L'importante, in ogni caso, è... finire.


The end


15 aprile 2012

Birba e l'uncinetto



 Eccola qua. Le ho dedicato il blog e nemmeno l'avevo presentata! Signore e signori: Anastasia. Birba per gli amici...














Quando faccio l'uncinetto è sempre con me, soprattutto per impelarmi i lavori rannicchiandocisi sopra  - quando ha sonno - e per acchiappare i gomitoli e mangiucchiarsi il filo quando è sveglia.











Devo ammettere che il più delle volte sonnecchia: anche per lei l'uncinetto è rilassante.








13 aprile 2012

Per fare una borsa ci vuole una Granny

Quando sono "inciampata" per la prima volta nel blog di ElenaRegina sono stata colpita dai colori. Brillanti e gioiosissimi, mi fanno venir voglia di depredare il banchetto di filati del mercatino del sabato, qui sotto casa. Così, anche se siamo in primavera, o almeno dovremmo esserlo, invece di prendere del cotone non ho resistito quando ho trovato questo suo progetto per realizzare una borsa lanosa con manici tondi fai da te.
Non ho depredato la bancarella del sabato, ma quasi... parola d'ordine: colori!
Così ho iniziato con il quadrato vecchia America, anche detto piastrella Granny; semplice e, grazie ai clori, di grande effetto. Scelta uncinetto: 3 e 1/2
Si tratta di iniziare con un cerchio - io l'ho fatto di 6 catenelle - dentro il quale si lavorano gruppi di tre maglie alte intervallate nel primo giro da 2 catenelle. Per ogni giro si usa un colore diverso, perciò si taglia il filo e si nasconde con le maglie del giro successivo.
La forma base è il quadrato, che si ottiene aumentando il numero di maglie angolari. Quindi nel secondo giro, visto che gli spazi sono solo quelli angolari, in ognuno si lavorano 2 gruppi. Tra i gruppi dello stesso angolo si lavorano 2 catenelle, mentre tra gruppi di angoli divesi se ne realizza solo una.
Nei giri successivi si lavorano gruppi singoli di tre maglie alte nello spazio di una catenella, intervallati da una catenella, mentre negli spazi angolari di 2 catenelle si lavorano due gruppi di tre maglie alte ciascuno intervallati da 2 catenelle. I colori diversi mostrano le "V" che si formano negli angoli.


Così ho preso il via. Qui il quadrotto era di 20 cm scarsi, ma ora sarà di quasi 40 cm. Ci ho passato le sere di Pasqua e Pasquetta...
To be continued...


2 aprile 2012

Coprispalle: è primavera!

Ho iniziato da alcuni giorni un coprispalle.
Ho voluto uno schema che fosse un po' retrò, cercando di adattarlo però ad uno stile più moderno con la scelta di un filato "cicciotto" per dargli consistenza. Oltre al web, una fonte inesauribile di spunti e idee, faccio riferimento anche ai libri che mia madre ha collezionato venti anni fa. Il vintage è di gran moda e comunque basta qualche accorgimento per attualizzare modelli che a prima vista sembrano troppo anni'70.


Si lavora partendo dal lato più lungo - quello superiore - per scendere creando un triangolo che, una volta indossato, terminerà al centro della schiena.
Sto lavorando con un uncinetto #4 e il risultato è una trama fitta visto il filato abbastanza grande e ritorto.




Ad ogni riga a partire dalla terza si diminuisce il lavoro, creando man mano i lati obliqui del triangolo. I punti impiegati sono i più semplici, catenelle, maglie basse e maglie alte, così il lavoro procede abbastanza speditamente. Certo, di sera sul divano devo dire che qualche colpo lo perdo, e, quando di mattina rubo un po' di tempo alla preparazione giornaliera prima di andare a lavorare e riprendo l'uncinetto, ammetto di trovare qualche svista.

Le diminuzioni formano il lato obliquo del triangolo











Il motivo della trama è costituito da un gruppodi 7 maglie alte lavorate all'interno di un archetto di tre catenelle.


Il risultato è una serie di conchiglie spesse e personalmente lo trovo molto carino.
Il coprispalle ne risulta consistente e dona davvero una sensazione di calore. Perchè è vero che ormai è primavera, ma quel venticello fresco a mezza sera ancora non è piacevole.



Sto pensano di applicare un bottone ad una delle estremità che terminano davanti per allacciarlo.
TO BE CONTINUED ...




22 marzo 2012

Ci ho messo una pezza anche io


Finalmente la mia pezza è stata consegnata e inizierà il suo viaggio per L'Aquila.
Alla fine sono molto soddisfatta. Ho realizzato un fiore tipo crisantemo con dei petali sottili e un po' ricurvi che ricordano un sole. Poi avevo un bellissimo filo azzurro: è nato un fiorellino dallo schema di un quadrifoglio. Infine un bel rosa malva per un secondo fiore a cinque petali, facile facile.
Ho utilizzato tutti avanzi, ecco perchè il fiore-sole è bicolore e lo sfondo ha due tipi di azzurro per il cielo.
Ora non mi resta che andare a L'Aquila il 6 Aprile prossimo e cercarle tra le tante.

17 marzo 2012

Fiori per L'Aquila

Questi sono i primi fiori che ho realizzato per il progetto Mettiamoci una Pezza, l'azione di urban knitting promossa dall'associazione Animammersa per tenere viva l'attenzione su L'Aquila dopo il terremoto.

Lavorare insieme ad altre persone che condividono la mia stessa passione, l'impegno di ognuna di loro, di noi, il piacere di spiegare a chi veniva a chiedere come si fa. E' stata una delle giornate più piacevoli che abbia mai trascorso ultimamente, naturalmente per la compagnia e per la fantastica merenda abbruzzese. Una giornata di sole e uncinetto: cosa vuoi di più?
Tornata a casa, poi, ho continuato, o meglio, aggiustato la pezza vera e propria. Il risultato è questo, provvisoriamente

Devo dire che adoro il punto gambero come rifinitura...
La pezza era un poco imperfetta su un lato e in generale sembrava incompleta, le mancava qualcosa che non sapevo specificare. Un po' frustrata, ho iniziato a rifinire i bordi con il punto gambero e... ho praticamente inquadrato una scena! L'effetto è davvero carino e ora non resta che disegnarci dentro un fiore, un sole e una farfalla colorata.
L'Aquila: sto arrivando...

P.s.
Naturalmente Birba è qui con me... sopra di me. Sembra gelosa del pc, appena lo accendo lei ci passeggia sopra per un po' e poi, una volta sfinita da cotanto esercizio, si stende tra me e la tastiera, avviando delle sonore fusa. Sempre meglio di quando smangiucchia il filo mentre sto uncinettando...

12 marzo 2012

Avviare il lavoro

Inizio il primo post proprio dopo aver partecipato ad un incontro con altri appassionati di maglia e uncinetto: tutti insieme a far pezze e fiori per L'Aquila. Chi è nel tunnel dello sferruzzamento da un po', sa che  mi riferisco a Mettiamoci una pezza!, una bella iniziativa per non lasciare soli gli aquilani dopo il terremoto di tre anni fa...

Ho ripreso l'uncinetto dopo tanto tempo: avevo imparato durante i primi anni di università, incuriosita dal vedere mia madre sulla poltrona di casa, la sera, mentre creava coperte con un'espressione concentrata e buffa. Ho scoperto qualcosa che ha come l'effetto di una droga: anche se sono fuori casa, con amici o al lavoro, penso continuamente a quando tornerò e riprenderò il filo del lavoro.
Sono di natura poco precisa e frettolosa, il che è una pessima premessa per lavorare con l'uncinetto. Quindi, ho trovato la cura che ci voleva! Avviare un lavoro non è facile all'inizio, anche tenere in mano il filo e l'uncinetto nell'altra sembra impossibile, ma poi trovi il modo giusto per tirarlo tra le dita, quel tanto che basta per trovarsi comodi e costruire una catenella sull'altra. Così ho ripreso, disordinatamente - ma neanche troppo - ho chiuso gomitoli, lane, uncinetti e ferri in una scatola; ho cercato su Google schemi, idee, blogger bravissime. Ho iniziato diversi lavori: uno scialle, uno scaldacollo, un sottobicchiere tondo, amigurumi.

La mia gatta si è dimostrata subito felicissima di vedermi all'opera tra gomitoli e uncinetti. I piccoli pupazzetti che ho realizzato appena è tornato l'impeto creativo sono le sue vittime preferite...
Un giorno, al ritorno dal lavoro, ho notato che Papero era scomparso dalla scrivania dove lo avevo lasciato. Non era difficile capire chi fosse stato l'artefice del rapimento... Birba!