*L’autore di questo testo considera
tessitura anche il lavoro ad uncinetto :-p
Non sono una campionessa di buonumore. L'umore cattivo non causa solo problemi sociali, non è come avere l'alito cattivo, che lo sentono tutti tranne te; l'umore cattivo ti viene addosso. Ti annoi, ma non vuoi fare niente, hai mille e uno idee ma non sai realizzarle, vuoi parlare con qualcuno, ma non sopporti avere gente intorno.
Dunque indosso questa guaina e la indossavo anche tempo fa,
quando in un momento di pseudo ribellione verso me stessa, nelle ore vuote, ho
deciso di disegnare. Non essendo capace che a ricopiare, ho trovato un disegno
e mi ci sono messa di impegno. Alla fine, contemplando un soggetto incompleto -
un terzo praticamente usciva fuori dall’A4- ci ho scritto sopra il titolo:
trionfo dell’apatia. Avevo appena comprato dei pennarelli nuovi, peccato. Ho aperto il cassetto per seppellirli
pessempre e vedo un gomitolo verde con un uncinetto conficcato. Un verde
terrificante.
Flashback (scuola americana di studi letterari)
Analessi ( Genette, scuola europea di studi letterari)
Durante l’università passavo le vacanze di Natale a studiare
e non c’era periodo migliore. Le ore vuote non esistevano, ci infilavo dentro
anche dei libri da leggere per piacere mio. Ore piene e disordinate.
Per come la vedo io, il posto migliore dove studiare non è
seduti alla scrivania in camera, o almeno non lo è sempre. Ci provavo, ma era
come avere spine di opunzia gigante nelle chiappe. Preferivo la poltrona del salotto,
con le gambe incrociate e la matita in mano. Nella poltrona accanto spesso
sedeva mia madre, che si lamentava di non vedere bene mentre lavorava un bordo
all’uncinetto. L’ho sempre vista fare cose tipo cucire gonne e pantaloni,
lavorare con i ferri… Ho pensato che in fondo avanzava uno spazio piccolo nelle
mie ore, in cui un uncinettino fino fino entrava perfettamente. Magari uno
0,75.
Ho iniziato con dei centrini. Sinceramente non credevo si
potesse fare altro: bordi e centrini. Così ho iniziato. Poi le vacanze sono
finite, ho dato l’esame, ho ripreso le lezioni e le ore si sono gonfiate di
cose così tanto da far schizzare via l’uncinetto.
Rieccoci.
Da dentro il cassetto il verde terrificante non è riuscito a
spegnere quel barlume di voglia di fare che si era acceso non so come. Ho
ripreso quell’uncinetto che non tenevo in mano da anni e ho iniziato a fare
catenelle e maglie a caso, tanto per riprendere confidenza con la situazione.
Sembrava che avessi mani troppo grandi per tenere oggetti così piccoli, non
sapevo se fermare il filo con l’indice o col medio. Una catenella mi veniva
larga, l’altra più stretta e tutte le maglie di una stessa fila le facevo con
diverse tensioni. Il solito caos, nemmeno sottolineare il libro che studiavo mi
veniva bene. Ma alla fine ci ho pure preso la lode.
- -
Signorina, nel suo quaderno ci sono appunti di
tre materie!
- -
Ehm, sì Prof…
- -
Ma il suo
esame è da trenta.
(È la solita analessi che non profuma di madeleine,
lasciatela lì)
Era un periodo di ansia, oltre che di malumore, ed essendo
trapelata la notizia dell’uncinetto R. mi disse “Sai che i lavori manuali,
radicando la mente nel hic et nunc, allontanano i pensieri dal futuro scaricando l’ansia?”
(R. è quella persona che tutti dovremmo avere accanto in
certi momenti del nostro percorso attraverso il cosmo, soprattutto per mandarti
affanculo hic et nunc o quando te pija a male, in ordine sparso)
Data astrale Agosto
2013.Voglia di fare zero. Nemmeno un conato di iniziativa. "Quello che devo fare"
Mostro alla figlia di mio cugino una rivista di pupazzi.
Nessun commento:
Posta un commento